sabato 28 novembre 2009

Mafia, smentita su imminente avviso Berlusconi, che scherza


Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Paolo Bonaiuti ha smentito stasera con decisione le indiscrezioni stampa sull'imminente arrivo di un avviso di garanzia per le indagini di Firenze e Palermo sulla mafia indirizzato al premier Silvio Berlusconi, che da parte sua ha scherzato in serata sull'argomento.
"Escludiamo nel modo più deciso che sia in arrivo un qualsiasi atto correlato alle indagini di Firenze e Palermo", ha detto Bonaiuti in una nota. "Non esiste. E' fin troppo facile smentire ciò che non c'è", ha precisato Bonaiuti, commentando l'ipotesi dell'imminente avviso di garanzia.

In serata poi, i media hanno diffuso alcune dichiarazioni scherzose sull'argomento, attribuite al presidente del Consiglio dai partecipanti a una cena a Villa Madama fra governo e imprenditori.

"C'è qualcuno che dice che mi sono molto occupato di mafia a partire dal '92: è vero, sulla mafia ho raccontato molte sorielle", sono le parole attribuite a Berlusconi, che avrebbe poi raccontato ai presenti una barzelletta sul tema, parlando con accento siciliano.

LE PAROLE DEL PENTITO. BERLUSCONI A SETTEMBRE: FERMENTI PROCURE, FOLLIA PURA

A far alzare la tensione sull'argomento, in un crescendo dai mesi scorsi sino a questi giorni, sono state le dichiarazioni messe a verbale dal pentito di mafia Gaspare Spatuzza.

Spatuzza davanti ai magistrati della procura di Firenze che hanno riaperto grazie anche alle sue dichiarazioni l'indagine, archiviata nel 1998, sulle stragi di mafia del 1993 (l'attentato agli Uffizi a Firenze, le bombe a Roma e in via Palestro a Milano, il fallito attentato allo stadio Olimpico della capitale), in una serie di verbali a partire dall'estate del 2008 ha parlato di contatti fra i suoi capi e la politica.

In particolare, in un verbale del giugno 2009 -- stralci del quale sono stati pubblicati in questi giorni da diversi quotidiani e sono stati confermati a Reuters da fonti giudiziarie -- il pentito racconta di un incontro con il suo capo, il boss condannato all'ergastolo Giuseppe Graviano, in un bar di via Veneto a Roma nel gennaio 1994, nel quale gli venne detto che "tutto è chiuso bene con i politici, abbiamo ottenuto quello che cercavamo" e che la loro controparte era rappresentata da Silvio Berlusconi e Marcello Dell'Utri.

I verbali di Spatuzza sono stati trasmessi dalla procura di Firenze a quella di Palermo, dove si sta svolgendo il processo d'appello a Dell'Utri, imputato di concorso esterno in associazione mafiosa, che in primo grado è stato condannato dal Tribunale a nove anni di carcere.

Il pentito deporrà il prossimo 4 dicembre nell'aula bunker di Torino dove, per motivi di sicurezza, si trasferirà la Corte d'Appello palermitana.

Dell'Utri ha respinto le ricostruzioni di Spatuzza definendole invenzioni.

A contribuire a concentrare l'attenzione dei media sulle inchieste fiorentine e palermitane sono state indirettamente anche le affermazioni del premier Berlusconi che nel settembre scorso parlò di "fermenti" di procure che, nella lotta contro la mafia, "cospirano" contro il governo.

"Parliamo di lotta alla mafia [...]. So che ci sono fermenti in procure... che ricominciano a guardare a fatti del '93, del '94, del '92. Follia pura. Quello che mi fa male che gente così, con i soldi di tutti noi, faccia cose cospirando contro di noi che lavoriamo per il bene del Paese", disse l'8 settembre scorso Berlusconi intervenendo alla Fiera del Tessile Milano Unica.

Ieri poi, alla riunione dell'ufficio di presidenza del Pdl, Berlusconi ha detto che una parte della magistratura tenta "di far cadere il governo"

Due giorni fa, Il Giornale aveva pubblicato delle indiscrezioni secondo cui i magistrati della procura di Palermo punterebbero a indagare Berlusconi per concorso esterno in associazione mafiosa per poter così arrivare al sequestro del suo patrimonio.

venerdì 27 novembre 2009

Giustizia, per Berlusconi tentativo pm di far cadere governo


Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, intervenendo alla riunione dell'ufficio di presidenza del Pdl ha detto, parlando di magistratura, che è in atto un tentativo di far cadere il governo.
Lo ha riferito una fonte presente all'incontro.
Berlusconi, "parlando di magistratura, ha detto che 'è in atto un tentativo di far cadere il governo'", ha detto la fonte.
Il premier, ha riferito una seconda fonte, "ha sostenuto di essere vittima di una persecuzione giudiziaria che porta il paese sull'orlo di una guerra civile".
L'ufficio stampa del Pdl ha però smentito che Berlusconi abbia pronunciato la parola "guerra civile"
"Il premier ha detto che la magistratura con le sue azioni rischia di dividere il paese", ha precisato l'ufficio stampa..

giovedì 26 novembre 2009

Finanziaria: Berlusconi Pinocchio Su Irap e Irpef


''Come volevasi dimostrare. I tanto sbandierati tagli Irap, Irpef e gli aiuti sugli affitti sono rimasti fuori dalla finanziaria. L'ennesima conferma che questo governo fa solo chiacchiere e che Berlusconi ha la stessa credibilita' di Pinocchio. Esprimiamo, pero', apprezzamento per l'intervento del presidente della Camera Fini, sul no alla fiducia. Ci auguriamo che le sue parole non cadano nel vuoto e che difenda la dignita' del parlamento dall'arroganza del governo''. Lo afferma il capogruppo Idv alla Camera Massimo Donadi.

Pdl: l'Elastico Del Confronto Berlusconi-Fini


Prima s'allarga, poi si restringe. Di continuo. Piu' che appesa ad un filo, visto che nessuno oggi pare avere reale interesse nel suonare la campanella di fine legislatura, la maggioranza va avanti come fosse un elastico. Da una parte tira Silvio Berlusconi, determinato nel portare a casa un provvedimento che possa metterlo al riparo da vecchie e nuove sorprese giudiziarie, perche' sempre piu' convinto della ''persecuzione'' messa in atto da una parte della magistratura intenzionata a disarcionarlo. Dall'altra tira Gianfranco Fini, che seppure abbia concesso (al ribasso secondo il presidente del Consiglio) il via libera al disegno di legge sul processo breve, non molla la presa quando e' il caso di stoppare fughe in avanti dell'esecutivo, facendo riversare di continuo bile a quasi l'intera truppa pidiellina. L'ultimo esempio, in ordine cronologico, riguarda la Finanziaria in esame a Montecitorio: no alla fiducia sul maxiemendamento. Insomma, siamo alle solite. E se da un lato il Cavaliere insiste nel rinsaldare l'asse nordista con Umberto Bossi, ricevuto a cena ieri sera ad Arcore insieme a Giulio Tremonti, dall'altro il presidente della Camera non indietreggia sulla difesa ad oltranza delle prerogative parlamentari, anche a costo di non azzeccare i tempi d'uscita mediatica. Sempre che non abbiano ragione i maligni di turno: ''Lo fa appositamente, il suo non e' un errore di calcolo''. In mezzo, come se non bastasse la comprovata incompatibilita' (quantomeno caratteriale) tra i due leader del Pdl, ci si mette adesso pure il ministro Renato Brunetta, che non perde occasione per punzecchiare, diciamo cosi', il collega titolare all'Economia: l'ennesimo strappo, all'interno di una dialettica che non riesce piu' a rimanere confinata nelle stanze governative di Palazzo Chigi, come vorrebbe il suo inquilino. Senza contare le continue accelerazioni dei cosiddetti finiani, lesti a presentare proposte di legge a iosa, meglio se controfirmate da esponenti dell'opposizione. E' dunque evidente, al di la' delle rassicurazioni del premier sulla compattezza del centrodestra, che non s'intravede ancora piena luce all'uscita dal tunnel. E difficilmente tutti i nodi potranno sciogliersi domani, nel corso di quell'Ufficio di presidenza del Pdl che tutti attendono con trepidazione. Nonostante al vertice pomeridiano si riuscira' magari ad approvare eventuali modifiche da apportare o meno al ddl incardinato ieri al Senato, a seconda che si voglia o no rischiare eventuali rigetti per incostituzionalita' da parte della Consulta. In ballo ci sono comunque anche altre strade ''aggiuntive'' da poter percorrere. Si passa cosi' dallo scenario di un nuovo Lodo Alfano (preferibilmente con legge costituzionale) all'immunita' parlamentare, con gli occhi puntati sulla nota bozza Violante, qualora si propendesse per un'accelerazione bipartisan sulle riforme strutturali: superamento del bicameralismo perfetto, riduzione del numero dei parlamentari, rafforzamento dei poteri del governo con bilanciamento delle Camere. E perche' no, nel frattempo si puo' puntare magari ad una legge che stabilisca il legittimo impedimento a comparire nelle udienze per premier e ministri. Principio gia' inserito in un testo ad hoc presentato dalle deputate ex Forza Italia Michaela Biancofiore e Isabella Bertolini. In primo piano, in ogni caso, rimane sempre l'impasse sulla giustizia, vero nodo di scambio per la locomotiva del governo. Bocce ferme invece sul versante Regionali. ''Se ne riparlera' intorno a Natale'', e' il pronostico ricorrente in Transatlantico. Prima o dopo le festivita' lo decidera' innanzitutto Berlusconi. Intanto, il Carroccio, che non si mettera' certo di traverso nella battaglia politica condotta in prima persona dal premier - purche' non si perda tempo sul federalismo fiscale - insiste su Veneto e Piemonte. E con la mancata nomina di Massimo D'Alema a ministro degli esteri Ue, anche dentro il Popolo della Liberta', tra ex azzurri ed aennini, si riaprono i giochi. La riconferma di Antonio Tajani a commissario europeo, tanto per cominciare, libera la casella del Lazio. A favore di Renata Polverini? Forse, visto che in Campania, con il passo indietro di Nicola Cosentino dato per certo, la questione e' ancora aperta in attesa di trovare il candidato giusto, ma con insistenza si fa l'ipotesi di un ex magistrato attualmente parlamentare del Pdl. A cascata, l'effetto domino, su cui influira' non poco, c'e' da giurarci, il ruolo dell'Udc. L'alleanza con il partito di Pier Ferdinando Casini, che potrebbe divenire necessaria in alcuni casi, rimescolerebbe ancora di piu' le carte.

via: it.notizie.yahoo.com

Berlusconi a Obama, Ok Rafforzamento Impegno Italia


Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, ha ricevuto oggi una telefonata da parte del presidente degli Stati Uniti, Barack Obama. Nel corso della ''cordiale'' conversazione e' stata esaminata principalmente la situazione in Afghanistan ed il presidente americano ha ''elogiato'' il ruolo di leadership svolto dal premier sulla questione afghana, chiedendogli il sostegno italiano per un rafforzamento dell'impegno della comunita' internazionale in Afghanistan. La richiesta e' stata ''accolta positivamente'' dal presidente Berlusconi. E' quanto riferisce una nota di Palazzo Chigi. ''Il presidente americano ha illustrato i punti salienti della revisione strategica che l'Amministrazione USA si appresta a varare - si legge nella nota -. Il presidente Obama ha elogiato il ruolo di leadership svolto dal presidente Berlusconi sulla questione afgana e sui numerosi altri teatri di crisi, chiedendo il sostegno dell'Italia nel rafforzamento dell'impegno della comunita' internazionale in Afghanistan. Il presidente del Consiglio ha accolto positivamente questa richiesta ed entrambi hanno deciso che essa verra' approfondita nei dettagli in occasione di un prossimo incontro tra il ministro degli Esteri Frattini ed il segretario di Stato Clinton''.

mercoledì 25 novembre 2009

Berlusconi in Bielorussia, primo leader occidentale da 10 anni


Con la sua visita attesa per lunedì 30 novembre, il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi sarà il primo premier occidentale a recarsi in Bielorussia da un decennio a questa parte.
"La Bielorussia e l'Italia sono a uno stadio molto importante nell'intensificazione delle loro relazioni [...] prova ne è l'imminente visita di Silvio Berlusconi a Minsk il 30 novembre", ha detto l'ambasciatore italiano in Bielorussia, Giulio Prigioni, secondo quanto riferisce l'agenzia nazionale Belta.

Con questa visita Berlusconi ricambia quella del presidente Alexander Lukashenko dello scorso aprile, con la quale ruppe il periodo di isolamento politico del Paese.

I contatti tra l'ex repubblica sovietica e l'Occidente si sono raffreddati dalla seconda metà degli anni Novanta in poi a causa delle frequenti critiche sullo stato della democrazia e dei diritti umani nel Paese, e sono ulteriormente peggiorati nel 2006, quando Lukashenko è stato accusato di brogli nella sua rielezione.

In risposta l'Ue ha imposto delle restrizioni alla Bielorussia, tra cui un divieto di visto per Lukashenko, sospese nell'ottobre 2008.

Tale sospensione è stata rinnovata i primi di novembre come incentivo perché il paese intraprenda la via delle riforme. L'Italia, dopo la visita di Lukashenko, ne aveva chiesto la completa abolizione.

mercoledì 18 novembre 2009

Bindi: Berlusconi Minaccia Elezioni Per Normalizzare Pdl


Berlusconi agita lo spauracchio delle elezioni per riprendere il controllo totale del Pdl. E' questa l'impressione che la presidente del Pd, Rosy Bindi, ricava dalle ricorrenti voci di un'interruzione anticipata della legislatura e di un conseguente ricorso alle urne. "Certamente -ha detto Bindi in un'intervista a 'Linea Notte', in parte anticipata dal Tg3 delle ore 19- in questo momento nella maggioranza ci sono forti tensioni. Finalmente ci si accorge che le forze politiche non sono delle caserme e che occorre discutere".

martedì 17 novembre 2009

Bindi, Non Parteciperemo a No b Day


Il presidente del Partito Democratico Rosy Bindi sostiene che quasi certamente il Pd non parteciperà alla manifestazione del prossimo 5 dicembre contro il governo e Silvio Berlusconi, ovvero il 'No B Day' al quale hanno gia' aderito l'Italia dei Valori, Rifondazione Comunista e moltissime associazioni vicine all'opposizione. ''Ad oggi mi sembra di no - dice la Bindi ad Affaritaliani.it - non abbiamo bisogno di partecipare alle manifestazioni. Con questo intendo dire che il nostro anti-berlusconismo e' quotidiano ed e' nei fatti. Quindi per il momento non mi pare che ci sia questa decisione'', spiega la vicepresidente della Camera dei Deputati aggiungendo che ''naturalmente io faro' quello che deciderà il mio partito, quello che decideremo insieme''.

Scajola afferma che è indispensabile tutelare Berlusconi?


Scorcentante le sclamazioni di questo ministro!!!!
Il ministro per le Attivita' produttive, Claudio Scajola ritiene indispensabile "tutelare Berlusconi dalle lungaggini dei nostri processi penali". Scajola parlando dai microfoni di Canale 5 ha aggiunto che "e' fondamentale permettere alla politica di agire: in una democrazia sono gli elettori a scegliere governo e capo del governo non i giudici".
Credo che ognuno abbia il diritto di essere tutelato da queste lungaggini... ma stranamente uno che ruba una banana al supermercato và in galera e altri invece no! "Permettere alla politica di agire"???? Anche negli illeciti? E poi cosa c'entrano gli elettori con i presunti illeciti di Berlusconi! Anche se gli elettori scelgono il governo ciò non significa che davanti alla giustizia non ci debbano andare! Voi che ne dite?

Flores d'Arcais (Micromega), Siti Quotidiani Diano Spazio a No Berlusconi Day


"Uno spazio fisso per la manifestazione nei vostri siti". E' l'invito che Paolo Flores d'Arcais, direttore del periodico "Micromega", rivolge ai direttori dei giornali italiani sulla manifestazione del 5 dicembre, il No Berlusconi Day. "La proposta di legge sul 'processo breve' -sostiene Flores d'Arcais- segna un salto di qualita' nei tentativi dell'attuale maggioranza parlamentare di ignorare o rovesciare il dettato costituzionale. Questa volta non viene neppure tentata alcuna forma di alibi o di mascheramento, viene sbandierata l'esigenza unica e dirimente di questa e delle infinite leggi che l'hanno preceduta: Berlusconi non deve essere processato".

Rutelli, Berlusconi Non Si Dimetta Con Condanna Primo Grado


"Se Berlusconi fosse condannato in primo grado avrebbe il diritto di essere giudicato fino al compimento dell'iter che spetta a qualunque cittadino e non se ne dovrebbero chiedere le dimissioni". Lo ha affermato Francesco Rutelli, ospite di 'Otto e mezzo' su La 7.

lunedì 16 novembre 2009

Dal Blog di Grillo: Mi sono rotto i coglioni di Berlusconi?

"Mi sono rotto i coglioni di Berlusconi". Ditelo in pubblico, al bar, al ristorante. Gridatelo in radio, ai semafori, scrivetelo ai giornali, inviate mail ai siti italiani e internazionali, alle caselle di posta dei deputati, dei senatori. "Mi sono rotto i coglioni di Berlusconi". Non voglio passare la mia vita a inseguire l'ultimo Lodo Alfano, l'ultima ghedinata, l'ultima assoluzione per legge di un corruttore. Non voglio mettermi a discutere sull'ennesima legge ad personam, sulla presa per il culo della democrazia a ripetizione. Non sopporto più i servi che blaterano di riforma della giustizia nei programmi televisivi. Che difendono l'indifendibile, pagati per mentire, coprire, ululare.
E' mai possibile che gli italiani, anche quelli rincoglioniti dalle televisioni, non abbiano un moto di rigetto, un conato di vomito a vedere la Repubblica Italiana trattata come una zoccola? Il Grande Corruttore ha corrotto forse ogni coscienza? Tutto ciò che ha toccato nella sua vita si è corrotto, decomposto. E' lui l'H1N1 della nostra democrazia. Un campione del falso perbenismo che ha trasformato ogni persona in un Capezzone: da Ratzinger a Bossi, da Fini a Bertone. Fa eccezione D'Alema che è un capezzone naturale.
Lo psiconano è un uomo in fuga, una vita in fuga dai processi, uno che ha sempre pronto un piano B per sfuggire alla Giustizia, e poi un altro piano B e un altro ancora. Milioni di piani B, fino alla consunzione del Paese. Un signore che ha permesso che Veronica Lario, madre di tre dei suoi figli, venisse messa con le tette al vento su Libero per averlo criticato. Che usa l'informazione come un ventilatore sparamerda su chiunque gli sia d'ostacolo. L'Italia merita di meglio, siamo diventati lo zimbello del mondo.
Questo vecchio di settantaquattro anni ha fatto il suo tempo come la compagnia di giro che ha messo insieme per proteggersi e che ammorba l'informazione e il Parlamento. Arroganti e ridicoli. Finito Berlusconi (perchè finirà), dovremo pulire dalla sua merda le stalle d'Italia. Ci vorranno anni.
Il 5 dicembre pomeriggio a Roma in piazza della Repubblica è stato organizzato dalla Rete un giorno di caloroso commiato allo psiconano: il "No B day". Io ci sarò. 250.000 persone hanno già dato la loro adesione. Il PDmenoelle ha rifiutato, alla piazza preferisce l'inciucio. Invito i Meet up a partecipare e a diffondere l'iniziativa. Loro non si arrenderanno mai (ma gli conviene?). Noi neppure.

NO BERLUSCONI DAY BERGAMO


 5 DICEMBRE 2009 - NO BERLUSCONI DAYMANIFESTAZIONE NAZIONALE A ROMAPullman da Bergamo: ritrovo ore 4,00 del mattino di sabato 5 dicembre al Piazzale della Malpensata con rientro in serata dopo la manifestazione. Costo euro 25,00 a persona. Per informazioni e prenotazioni c/o Prc-Bergamo: 035.225034 (dalle 14.30 alle 19.00 circa). Per la Zona Trescore-Valcavallina: tel. 338.9759975 (Maurizio); Per la Valseriana: tel. 366.3489118 (Roberto)
APPELLO PER MANIFESTAZIONE UNITARIA CONTRO POLITICHE DEL GOVERNO BERLUSCONI La crisi economica sta determinando una sofferenza sociale sempre maggiore. L’aumento della precarietà, la perdita di posti di lavoro, salari e pensioni con cui si fatica ad arrivare a fine mese sono il panorama comune a tutto il Paese. Il Governo invece di intervenire per risolvere questa situazione la aggrava con tagli alla spesa sociale e all’istruzione, con la compressione di salari e pensioni di cui l’attacco al contratto nazionale di lavoro è solo l’ultimo atto. Inoltre, questo Esecutivo si adopera a fomentare la guerra tra i poveri con provvedimenti razzisti e xenofobi sull’immigrazione.Come se non bastasse, il Governo ha varato provvedimenti come lo scudo fiscale che legalizzano l’evasione fiscale e il malaffare, ha stanziato una quantità enorme di denaro per le banche, per l’acquisto di cacciabombardieri e per grandi opere inutili come il ponte sullo stretto di Messina.Questo Governo contribuisce, quindi, ad aggravare la crisi, difende i poteri forti e parallelamente si adopera per demolire la democrazia italiana portando a compimento la realizzazione del piano della P2 di Licio Gelli. Le proposte di manomissione della Carta Costituzionale si accompagnano ad una quotidiana azione di scardinamento della Costituzione materiale, al tentativo di mettere il bavaglio alla libera informazione, di limitare l’autonomia della Magistratura, di snaturare il ruolo del sindacato e di ridurre al silenzio i lavoratori.Per contrastare quest’operazione che è allo stesso tempo antidemocratica, fascistoide e socialmente iniqua, riteniamo necessario costruire una risposta politica generale, forte e unitaria costruendo un’opposizione di massa per ripristinare la democrazia nel paese e nei luoghi di lavoro. Ecco perché chiediamo le dimissioni di Berlusconi anche alla luce della sua manifesta indegnità morale a ricoprire l’incarico di Presidente del Consiglio.Partito Rifondazione Comunista - Federazione BergamoPer info clicca: qui

lunedì 9 novembre 2009

liberta' non e' egoismo

'Dobbiamo avere coscienza che la liberta' non e' sinonimo di egoismo, di individualismo', scrive il presidente del Consiglio Berlusconi. Si tratta di una dichiarazione diffusa alla vigilia delle celebrazioni di domani a Berlino per il ventennale della caduta del Muro, dove Berlusconi sara' presente con molti capi di Stato e Governo. 'La liberta' -aggiunge Berlusconi- e' vera quando e' relazione con gli altri, quando rivendica legittimi diritti ma si fa carico dei doveri verso la società".

sabato 7 novembre 2009

Berlusconi: "Non toglieremo i crocifissi" A Strasburgo troppi scettici e islamici

«L’Italia non può non dirsi cristiana». La citazione di Benedetto Croce (nomen omen) serve a Berlusconi per sottolineare la posizione del governo sulla sentenza di Strasburgo. «Abbiamo deciso», ha spiegato il premier al termine del Consiglio dei Ministri «di ricorrere immediatamente contro una decisione assolutamente non rispettosa della realtà per un Paese cattolico come il nostro». Il Cavaliere ha definito «inaccettabile» il pronunciamento della Corte europea dei diritti dell'Uomo contro l'esposizione del crocifisso nelle scuole. «Porteremo la questione alla Grande Camera che deciderà se accettarla e poi, qualunque sia l'esito, non ci sarà capacità coercitiva».

Secondo Berlusconi non c'è bisogno di un referendum: «Quella di Strasburgo è solo una commissione del Consiglio d'Europa, cui partecipano oltre quaranta Stati, fra i quali la Bielorussia e altri che non sono nella Ue. Non possono costringerci a togliere la croce dalle aule». Ancora: «Chi cammina in qualunque Paese d'Italia non può fare trecento metri in qualunque direzione senza trovare un segno delle nostre radici e tradizioni cristiane. Anche un ateo può tranquillamente convenire che la nostra storia è questa». Semmai il rammarico, per il presidente del Consiglio, è la vana battaglia sui valori cristiani nella Costituzione europea: «Si opposero Paesi laici o laicisti come la Francia di Chirac». Ad ogni buon conto, il ricorso italiano è in pista, approvato all'unanimità dal Governo e affidato al ministro degli Esteri Frattini.

Anche La Russa non intende arretrare di un metro: «Non applicheremo quella sentenza. Resterà una grida manzoniana.Cosa ci possono fare? Ci danno una multa? Ci cacciano dall'Europa?». Un altro ministro, quello della Semplificazione Legislativa Calderoli, chiama a raccolta «il popolo del Nord»: i leghisti organizzeranno gazebo nelle regioni settentrionali, mentre il Pdl di Brescia ha varato una petizione nazionale con il sostegno di tutto centrodestra. A Roma, oggi a mezzogiorno in Piazza Irnerio, sotto una grande croce innalzata in queste ore, saranno distribuiti migliaia di crocifissi, ha annunciato il presidente della commissione Turismo del Campidoglio Alessandro Vannini.

Che sia una campagna sulla quale gli italiani si ritrovano fortemente sensibilizzati, lo dimostra anche l'atteggiamento di parte dell'opposizione. Il leader Idv Antonio Di Pietro si dice favorevole a una «sospensione» della decisione di Strasburgo: «È una sentenza senza capo né coda. La figura di Cristo in croce è un segno di pace, amore e rispetto della vita umana valida per chi pratica qualsiasi religione o è semplicemente ateo». Ma se il vicepresidente del Senato Vannino Chiti (Pd) auspica «un confronto serio in Parlamento e che si presenti un ricorso motivato che abbia il sostegno dell'insieme delle forze politiche» c'è anche chi, come il segretario del Prc Paolo Ferrero invita il governo a occuparsi piuttosto «dello stato disastroso in cui ha ridotto la scuola pubblica italiana, specialmente quella dell'obbligo».

Si moltiplicano intanto le adesioni all'appello de "Il Tempo" (attivo abche su Facebook nel gruppo "Giù le mani dal crocifisso). Fra le migliaia di lettori che continuano a firmare, altri vip e politici: il capitano della Roma Francesco Totti, il pilota della Ferrari Giancarlo Fisichella, il capogruppo Pdl al Senato Maurizio Gasparri, il vicepresidente della Camera Maurizio Lupi, il sottosegretario ai Beni Culturali Francesco Giro e quello alla salute Francesca Martini, oltre al capo dipartimento al ministero Pari Opportunità Isabella Rauti. Volti noti, in una folla immensa.

fonte: iltempo.ilsole24ore.com

Politica Italia Berlusconi & Lario: caccia alla parola mancante. Era “porco”?

Una delle ultime puntate del lancio del libro di Bruno Vespa ha acceso una polemica su cosa disse davvero la quasi ex moglie di Silvio Berlusconi, Miriam Bartolini, in arte Veronica Lario, nella dichiarazione all’agenzia di stampa Ansa il 28 aprile 2009. La signora Berlusconi accusò il marito di frequentare minorenni e di essere “malato”.

Furono parole che modificarono in parte il corso della politica italiana e che già come furono riportate dai giornali ebbero un forte impatto sui giornali e i siti internet di tutto il mondo. Ora si scopre che da quelle frasi, così pesanti perché pronunciate non da un avversario politico o industriale ma dalla legittima moglie, mancava un insulto supremo, una parola così bruciante che il direttore dell’Ansa, Giampiero Gramaglia, consigliò la Lario di cancellare e venne ascoltato.

Nelle ultime 24 ore si è scatenata la caccia alla parola mancante e sabato mattina il giornale Il fatto quotidiano mette sei lettere al posto dei puntini: “maiale”.

Da quel che qualche discreta indagine ha consentito di accertare, Francesco Bonazzi, autore dello “scoop” e ottimo cronista, sia andato molto vicino al bersaglio, anche se appare più probabile che la parola vera sia di sole cinque lettere, “porco”, più consona a una moglie del nord Italia, dove nell’uso dialettale è appunto porco che prevale nella definizione del versatilissimo animale di cui nulla va sprecato, rispetto a maiale.

Mentre la caccia alla parola mancante sembra essere terminata, resta da capire la motivazione di Bruno Vespa nel riportare la vicenda in quei termini e perché in primo luogo gli siano state fornite le informazioni da Berlusconi o da chi gli stava vicino. Vespa è un eccellente giornalista, e questo gli viene riconosciuto anche dai suoi avversari più radicali, e appare quindi improbabile che abbia inventato di sana pianta tutti i dettagli della ricostruzione di quella sera del 28 aprile, come sono riportati dal sito Dagospia.com e da Dario Cresto-Dina su Repubblica.

Nelle dichiarazioni rilasciate da Veronica Lario all’Ansa, scrive Cresto-Dina, “c´è soprattutto una frase terribile, un giudizio sul marito che suona come un epitaffio morale. [Giampiero] Gramaglia [direttore dell'Ansa all'epoca] cerca Bonaiuti a Varsavia, gli legge le dichiarazioni della Lario. Il premier non può abbandonare la cena ufficiale fino al dolce, lo ingolla frettolosamente, prende il cellulare dal suo portavoce che lo avverte: «Veronica è imbufalita». Dall´altra parte c´è Gramaglia.

Scrive Vespa: «Il direttore dell´Ansa gli lesse il testo integrale, inclusa la frase incriminata, e lo avvertì che, quando la signora lo avesse richiamato, le avrebbe chiesto di toglierla. Berlusconi restò interdetto. Disse che si trattava di una questione privata e dunque non capiva perché l´Ansa avrebbe dovuto diffondere una cosa del genere. Lasciò intendere che avrebbe contattato la moglie per un chiarimento, ma poi rinunciò».

Prosegue Cresto-Dina: “A questo punto a Gramaglia resta da affrontare la moglie del premier. Questo il resoconto del colloquio telefonico fatto da Vespa. «Signora, la frase è un po´ troppo sopra le righe. Mi permette di tagliarla?». «Direttore, ho i miei buoni motivi per averla scritta. Comunque, si regoli come meglio crede. L´importanza è che la sostanza di quel che penso esca immutata». Vespa non rivela quale fosse la frase tagliata e Gramaglia, sentito da Repubblica, dice: «Ritengo sia sbagliato e ingiusto parlare di censura. Abbiamo fatto il nostro mestiere. Quell´espressione era troppo forte, passibile di querela. Decisi di toglierla solo dopo aver parlato con la signora e avere avuto il suo sì». Ma perché prima avvisò Berlusconi? «Giudicai la situazione delicata, forte e importante anche sul piano politico. Mi sembrò giusto avvertire il presidente del Consiglio»”.

In queste parole potrebbe esserci una chiave della rivelazione. Infatti Gramaglia, che nel frattempo ha lasciato la direzione dell’Ansa, è chiaramente guardato con sospetto dagli oppositori di Berlusconi per avere “censurato” la parola incriminata e anche per avere informato preventivamente Berlusconi di quanto stava per capitargli addosso. Anche se appare evidente che Gramaglia abbia agito con correttezza professionale, avendo non censurato ma convinto la stessa fonte a rinunciare a una espressione che avrebbe potuto comportare problemi legali sia per la Lario sia per l’Ansa, avvertì il destinatario dell’accusa, come fa o dovrebbe fare un buon giornalista per ottenere una versione contraria. Gramiaglia disse no anche a Berlusconi, il quale gli chiese di non pubblicare nulla e che forse proprio per questo lo ha dato in pasto ai suoi avversari come doppiop traditore: che poi è quelò che ogni buon giornalista dovrebbe essere.

fonte: blitzquotidiano.it
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